Biografia

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Archimede, nacque a Siracusa nel 287 a.C; la data di nascita non è certa, ma viene accettata in base alla notizia, riportata dall’erudito bizantino Giovanni Ttzetzes della sua morte, nell’anno 212 a.C., all’età di settantacinque anni. Non si hanno molte notizie sulla sua famiglia; secondo alcuni studiosi era di umili origini, secondo altri era imparentato con la famiglia reale di Siracusa; Archimede stesso, nella sua opera Arenario, ci parla di una sua parentela con
  l’astronomo Fidia.

Dalle notizie tramandate da Diodoro Siculo, risulta che Archimede si sia trasferito in Egitto, ad Alessandria, intorno al 243 a.C., dove strinse amicizia con il matematico e astronomo Canone da Samo. A quell’epoca la città egizia attirava i più celebri uomini di coltura: poeti, musici, storici, scienziati, letterati e filosofi lavoravano all’interno del Mouseion lo «scrigno» delle Muse, accademia di arti e di scienze e

  centro avanzato di ricerca; pare che la sua biblioteca possedesse oltre 500.000 rotoli di papiro (si tenga presente che in un rotolo entravano mediamente circa 20.000 parole). Questo periodo di studio fu sicuramente proficuo: pare infatti che tutti i suoi lavori sul cerchio, sulla spirale, sulla sfera e i poliedri siano stati scritti dopo il rientro a Siracusa nel 240 a.C.. Archimede mantenne comunque una assidua corrispondenza con vari scienziati di Alessandria, tra i quali Dositeo ed Eratostene, ai quali inviò diverse opere.

La sua vicenda biografica e scientifica è strettamente collegata alla città di Siracusa, governata, all’epoca in cui visse il matematico, dal re Gerone II, salito al trono nel 279 a.C, e poi dal 240 a.C in compagnia del figlio Gelone. Archimede mise a disposizione il suo ingegno per il bene della comunità, come ad esempio con l’ideazione della carrucola, dell’orologio ad acqua o della “vite senza fine”, detta anche coclea, per pompare l’acqua necessaria all’irrigazione dei campi, perfezionando un meccanismo visto probabilmente in Egitto.

wwLa coclea, permetteva di spostare l’acqua da un livello più basso a uno più alto, come  succede nei pozzi. Questo strumento, che veniva collocato con una certa inclinazione nell’acqua, era costituito da un cilindro, contenente una spirale di legno, aperto solo a una estremità: l’acqua, passando attraverso le volute della spirale, poteva salire fuoriuscendo dalla sommità del cilindro. Il tutto veniva azionato manualmente con una manovella che spingeva l’acqua verso l’alto. Questa invenzione viene utilizzata ancora oggi in Olanda per il drenaggio di acqua dai polder e in Inghilterra per alimentare il castello di Windsor.

Sempre per volere del suo sovrano, lo scienziato costruì uno spettacolare planetarium, una sfera celeste che riproduceva i movimenti di sole, luna e pianeti con così tanta perfezione da mostrare anche le eclissi. Questo strumento venne chiamato successivamente "Meccanismo di Anticitera", perché ritrovato nel 1902  nel relitto di una nave vicino all'isola dalla quale prende il nome.
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