Misura del cerchio
La
Misura
del cerchio è un piccolo trattato
che contiene solo tre proposizioni, ovvero
tre teoremi.
Nelle
prime due proposizioni Archimede dimostra
dei classici risultati
esatti mentre nell’ultima
proposizione il matematico non tenta di
trovare la lunghezza esatta della
circonferenza in funzione del diametro, ma
cerca un valore approssimativo della
lunghezza di una circonferenza utilizzando
soltanto rette e cerchi, ossia solo
costruzioni elementari eseguite con riga e
compasso.
PROPOSIZIONE 1
Ogni
cerchio è uguale ad un triangolo se ha
il raggio uguale ad un cateto [del
triangolo] e la circonferenza uguale
alla base [uguale all’altro cateto].
Il cerchio ha rispetto al quadrato del diametro il rapporto che 11 ha rispetto a 14.
PROPOSIZIONE 3
La
circonferenza di ogni cerchio è tripla
del diametro e lo supera ancora di meno
di un settimo del diametro, e di più di
dieci settantunesimi.
Molti
studiosi ritengono che l’opera non sia
autentica; sembra infatti che nel
linguaggio usato nel trattato non ci siano
accenni in dialetto siculo-dorico, lingua
dello scrittore, e le argomentazioni non
siano molto accurate rispetto alle altre
opere del matematico siracusano. Inoltre è
molto probabile che sia giunta a noi solo
una piccola parte di un’opera più grande
citata da Pappo e chiamata Sulla
circonferenza del cerchio, oppure un
frammento di un’opera più completa ma
andata perduta a causa del suo contenuto.
Sembra poi che i teoremi non siano
riportati nell’ordine corretto poiché è
necessario spiegare prima il terzo, per
capire il secondo. Archimede viene spesso
ricordato per essere riuscito a trovare,
con queste proposizioni, un valore di
pigreco molto vicino a quello moderno, con
due cifre decimali esatte.